sabato 11 giugno 2011

e silvio disse


da un vecchio articolo

CARMELOIMPUSINO.COM
26 maggio 2009

liberlex

Noemi e Berlusconi:Le menzogne di
chi sa di mentire. Un vecchio articolo di
«Repubblica» sul tumore alla prostata
affrontato da Berlusconi .

per meglio dire da “impotenza”. Dovrebbe, quindi, rivelare dati sensibilissimi che toccano la sfera più privata dell persona umana. Se così fosse che Paese sarebbe quello che costringe un uomo a svelare i segreti della propria cartella clinica per non ris- chiare di perdere consenti politici e prima ancora la propria personale reputazione? Un paese che a me, antiberlusconiano di ferro, non piace per niente, e nel quale la politica si fa col Gossip e non con i fatti.

Link: di MARIO CALABRESI, da “Repubblica”,
2000.

vi segnalo questo articolo del 2000 pubblicato sul giornale “La Repubblica”. A tre anni di dis- tanza Berlusconi raccontava all’inviato della
testata Mario Calabresi un evento difficilissimo della sua vita, verificatosi nel 1997 (all’età di 62 anni), vale a dire un invasivo intervento chirurgico per provare ad eliminare un tumore alla prostata. Questo tipo di patologia ha ricadute pesantissime sulla sessua- lità, essendo legata la prostata all’erezione. A dodici anni di distanza Berlusconi, oramai 73enne e con un tumore alla prostata alle spalle, può avere rap- porti sessuali ? La scienza non lo esclude al 100%, ma la possibilità è alquanto remota, anche perchè soltanto nel 2006 sono state adottate nelle sale ope- ratorie italiane delle tecniche che permettono di preservare in una finalmente buona percentuale di casi la capacità sessuale dei pazienti in seguito ad un trattamento anti-tumorale alla prostata. Ber- lusconi per difendersi dalle accuse di questi giorni, insomma, con buona probailità dovrebbe ammet- tere di essere affetto da una disfunzione erettile o
ROMA – Tra le partite della vita di Silvio Ber- lusconi ce n’è una privata, rimasta riservata fino a oggi. Molte voci si sono rincorse in questi ultimi tre anni su una presunta malattia del Ca- valiere, ma il riserbo ha sempre prevalso. Ieri, dopo averne parlato con un gruppo di ragazzi ex tossicodipendenti ospitati in una comunità di recupero, ha accettato di raccontare questa storia a “Repubblica”. La sua confessione vale anche a evitare ogni strumentalizzazione, no- nostante appaia chiaro che nessuno può pen- sare di usare una vicenda così privata in una campagna elettorale che si annuncia molto aspra.

“Ero convinto di avere un male incurabile. E’ capitato nel maggio 1997, durante la campagna elettorale per le amministrative. Mi ricordo un comizio in piazza del Duomo a Milano in cui sostenni la candidatura a sindaco di Ga- briele Albertini”. Era il 3 maggio del 1997, e quel giorno il Polo sfilò per le vie di Milano in una manifestazione contro la politica fiscale del governo Prodi. C’erano anche Fini, Casini

http://liberlex.altervista.org/blog/2009/05/noemi-e-berlusconile-menzogne-di-chi-sa-di-mentire-un-vecchio-articolo-di-repubblica-sul-


Noemi e Berlusconi:Le menzogne di chi sa di mentire. Un vecchio articolo di
«Repubblica» sul tumore alla prostata affrontato da Berlusconi .

e Buttiglione. Dieci giorni dopo si votò per il rinnovo del Comune e Albertini venne eletto sindaco.

Cosa accadde?
“Ero sul palco, in mezzo alla gente, ma parlavo con la morte nel cuore. La mattina dopo dovevo entrare in sala operatoria, non riuscivo a non pensarci, temevo che il male fosse incurabile”.

E poi?
“Invece, per fortuna, il male era localizzato ed è stato possibile combatterlo. Sono stati mesi da incubo, può immaginare come stavo, però ce l’ho fatta. Sono guarito, sono riuscito ad us- cire da questo tunnel, a superare un pericolo di questo genere”.

Non raccontò nulla a nessuno?
“No, era importante che nessuno potesse cogliere questa mia debolezza, questa de- faillance”.

Perché?
“Un leader politico ha degli avversari, e molti sono pronti ad approfittare di ogni debolezza. Per questo ho dovuto tenere duro, ho conti- nuato ad andare in pubblico e mettermi sotto a lavorare come prima, per non farlo vedere a nessuno. Credo di esserci riuscito, visto che nes- suno se n’è accorto, neanche voi giornalisti”.

E cosa fece?
“Per quanto possibile ho cercato di fare come se niente fosse, ho stretto i denti. Dieci giorni dopo l’operazione presiedevo già una riunione di Forza Italia, eppure fu un’operazione invasiva. Ma sono riuscito ad andare avanti, ad evitare le speculazioni e tutto questo continuando a guidare una forza politica”.

Quei mesi del 1997 furono importanti per il
dibattito politico italiano, si stava concludendo
la prima fase della Bicamerale ed era in corso il dibattito sul presidenzialismo. Dopo tre anni di silenzio perché oggi lo ha rivelato?
“L’altro ieri sono andato, insieme a mio fra- tello Paolo, a visitare la ‘Piccola comunità’ di Don Gigi Vian in Veneto. Lì vive Don Antonio Zuliani, a cui siamo legati da quarant’anni, da quando andavamo a scuola dai salesiani. Per me è stato come un consigliere spirituale. Ho parlato a lungo con un gruppo di ragazzi che lottano per uscire dalla droga e dall’alcool. E’ stata una mattina molto intensa”.

Cosa gli ha detto?
“Gli ho raccontato tante cose, tutte tese a dare sostegno e coraggio alla volontà di riprendere la vita. Perché anche i momenti più neri si possono superare. Volevo stimolarli ad avere volontà e coraggio, a ritrovare la voglia di vi- vere. Per questo gli ho parlato della malattia che ho sconfitto”.

Sì, ma come è scattata la molla?
“Mentre li incoraggiavo, ad un certo punto ho pensato che avrebbero detto: ‘Beh, ma per lui è facile, è Berlusconi…’. E allora mi sono deciso a raccontare: ‘Sono stato un uomo fortunato nella vita, ma anch’io ho avuto momenti dram- matici…’”.

Così ha spiegato tutto…
“Sì, gli ho detto: ‘Sapete, tempo fa ho avuto un cancro. Potete immaginare come stavo. Ho vissuto mesi da incubo. Però non mi sono abbattuto e li ho superati con volontà’. Volevo far capire a quei ragazzi che bisogna avere co- raggio, che anche da un male si può uscire, se si ritrovano energia e determinazione. Che si può tornare alla vita. Da ogni male, gli ho detto, bisogna saper venir fuori facendo nascere un nuovo bene, nuove energie. Ho anche citato una frase di Casanova”.


Giacomo Casanova?
“Sì, proprio lui. Diceva: ‘Ogni uomo, se lo vuole davvero, può diventare anche re’. Io aggiungo che ognuno può diventare re di se stesso. Bi- sogna essere ambiziosi, darsi dei traguardi, certo non cose irraggiungibili, ma non biso- gna neanche accontentarsi. Io mi sono sempre dato la regola di vita di puntare al nove per arrivare al sette. Se uno invece punta al sei, ris- chia di non raggiungere neppure la sufficienza. Ecco, quello che voglio dire e volevo spiegare ai ragazzi è che bisogna avere coraggio, non mollare”.

Cosa è successo dopo la malattia?
“Ho dato alla mia vita un indirizzo diverso. Dopo la malattia sono tornato a lavorare con maggiore intensità, ma il cambiamento è stato un altro: oggi do meno importanza di un tempo alle cose terrene, ai soldi, alle proprietà. Dopo aver avuto paura di morire ed essere tornato alla vita ho trovato nuove energie. La vita in quei momenti cambia

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